L’immersione in acqua: una rivoluzione percettiva del sistema neuromotorio

L’immersione in acqua: una rivoluzione percettiva del sistema neuromotorio

Introduzione

La lettura di questo articolo aiuterà il lettore a conoscere l’importanza del momento dell’immersione in idrochinesiterapia, e quali sono i principali cambiamenti che essa causa a livello neuromotorio.

Non si può parlare di idrokinesiterapia senza tener conto di quanto sia importante il concetto d’immersione e in Acquatic Position Concept – A.P.C.© si rende evidente, perché entrare in acqua significa entrare in un ambiente diverso da quello terrestre nel quale, a seconda del grado di immersione, cambiamo i riferimenti gravitazionali e avviene “Una rivoluzione percettiva”! Durante l’immersione vengono chiamati in causa tutti i requisiti neuromotori, cognitivi mentali, relazionali dell’individuo. Le fasi di ambientamento e di adattamento servono al paziente per codificare ed interpretare questi stimoli così diversi da quelli terrestri, determinando una risposta neuromotoria/cognitiva/comportamentale/emotiva diversa da quella che il soggetto potrebbe avere in ambiente terrestre.

Entrare in acqua ed immergersi significa entrare in un ambiente diverso, dove tutte le leggi fisiche e chimiche tipiche dell’ambiente terrestre vengono a mancare per lasciare spazio a quelle dell’ambiente acquatico. L’essere umano, tipicamente terrestre, quando si immerge prova immediatamente coscienza della diversità dell’ambiente in cui si trova attraverso messaggi e informazioni, che mettono in atto processi neuro/chimici dinamici che arrivano in modo massivo in particolare a livello psicosomatico. Da questa premessa importante si evidenzia il concetto di globalità perché l’ambiente acquatico riserva infiniti cambiamenti neurofisiologici ed emozionali. Tutto avviene in un tempo breve e definito: l’immersione.

Il passaggio tra i due ambienti è istantaneo e l’essere umano si deve ambientare ed adattare in maniera pressoché immediata. Cambiano le esperienze neuro-senso-motorie, cognitive e posturali. In fondo si passa da “un mondo terrestre”, nel quale vigono le leggi fisiche legate alla forza di gravità, per passare in un mondo acquatico dove le leggi fisiche che contestualizzano l’ambiente sono completamente diverse perché son quelle dell’idrodinamica. Il cervello possiede una rappresentazione ordinata dello spazio personale e la rappresentazione dello spazio può essere modificata dall’esperienza, produce anche percezioni integrate visto che le cellule nervose sono connesse tra di loro in modo preciso e ordinato e che le connessioni possono essere modificate dall’ attività e dall’apprendimento. In immersione disponiamo di un maggiore senso di posizione del corpo nello spazio grazie alla densità e alla pressione idrostatica che stimola in maniera massiccia il senso del tatto e apporta numerosi stimoli a livello somato-sensitivo e vestibolare.

Nello stesso tempo, una massiva variazione travolge anche il livello propriocettivo perché i riferimenti gravitazionali vengono a mancare. Tutto ciò è accompagnato da un’azione a livello nocicettivo e quindi a livello della chinesfera importante. La percezione dello spazio non è più bidimensionale ma tridimensionale. I movimenti, i gesti e le azioni sono eseguiti con un certo rallentamento (impresso dalla resistenza dell’acqua e proporzionale alla velocità del movimento) e possono essere a loro volta suddivisi in schemi motori e visualizzati per una maggiore presa di coscienza. Inoltre grazie alla lentezza dell’esecuzione del movimento data dalla pressione idrostatica e la ripetizione sequenziale dell’esercizio, permette un migliore apprendimento motorio, consentendo così di ritrovare abilità motorie e di affrancare nella memoria immagini di movimento corrette finalizzate all’acquaticità e alla funzione. Disponiamo di una maggiore capacità di percezione del respiro, sia in termini di suono che di espansione della superficie e del volume della cassa toracica, del battito cardiaco e delle sensazioni viscerali. Questa condizione data dalla immersione obbliga l’essere umano ad una maggiore attenzione e concentrazione, rendendo l’immersione un’importante nuova esperienza e apportando diverse rappresentazioni interne ed esterne dello spazio e dell’azione, coinvolgendo anche la sfera emozionale. Sono proprio la capacità di interiorizzare e memorizzare, attraverso la ripetizione dell’esercizio, scomposto in una serie di successioni che sono adatte alle possibilità motorie e cognitive del paziente, rispettando il concetto di propedeuticità che permettono di richiamare o portare competenze neuromotorie e cognitive acquatiche, le quali successivamente, verranno ripetute/riportate in ambiente terrestre e trasformate in competenze e funzioni terrestri. Da qui si evidenzia come è importante l’integrazione dell’Idrokinesiterapia con la Fisioterapia nel progetto riabilitativo.

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