L’importanza dello stretching

L’importanza dello stretching

Introduzione

Il presente articolo offre evidenze scientifiche sul ruolo e sulla potenzialità dello stretching nelle sue varie tipologie.

Da pochi anni la medicina sportiva riconosce all’arte dell’allungamento muscolare, altrimenti detto stretching (dall’inglese “to stretch”), un’efficacia indiscutibile, sia nella prevenzione delle malattie osteo-articolari, sia nella prevenzione degli infortuni, sia nella terapia riabilitativa.

In seguito a un eccellente studio di revisione dei movimenti di pandiculazione animale condotto da Bertolucci (2011), è chiesto al soggetto di esplorare varie direzioni di allungamento che coinvolgano numerose articolazioni e che siano percepite in amplie aree membranose. Si è notato che piuttosto che eseguire allungamenti muscolari precisi per i singoli muscoli e con tenute statiche prolungate, sarebbe utile sperimentare diverse direzioni durante lo stretching. Questi allungamenti “di fusione” che prendono anche il nome di “melting stretches” in cui i muscoli allungati sono intenzionalmente rilassati, coinvolgono sia i tessuti connettivi intra muscolari che le connessioni extra muscolari tra diversi ventri.

Inoltre, si possono aggiungere allungamenti dinamici (più attivi) in cui le fibre muscolari allungate sono attivate simultaneamente interessando le strutture tendinee disposte in serie (Schleip & Muller 2013). I benefici di tale tipo di stretching ovviamente dipendono dal contesto applicativo. Mentre gli allungamenti statici, immediatamente dopo la loro esecuzione, tendono a ridurre l’altezza del salto verticale, quelli dinamici possono avere un effetto positivo su tale performance (Hough et al. 2009). Gli stiramenti dinamici qui considerati, possono includere mini saltelli in posizione di allungamento massimale, per esempio a fine corsa articolare, in cui tessuti miofasciali che vogliamo coinvolgere sono massivamente tensionati. Questi piccoli saltelli si dovrebbero eseguire in maniera dolce e attenta, utilizzando solamente cambiamenti di velocità ritmici e graduali, piuttosto che accelerazioni o decelerazioni brusche ed improvvise.

È importante sottolineare che, durante la fase di decelerazione di tale saltelli, le fibre muscolari saranno attivate per breve tempo in maniera eccentrica, mentre quasi nessun altra attivazione muscolare sarà invece necessaria durante la successiva fase di accelerazione di ciascun mini saltello. Per ottenere i migliori risultati, ai saltelli si dovrebbero alternare allungamenti di fusione, mantenuti per un tempo di numerosi respiri e possibilmente anche protratti nel tempo. Gli allungamenti di fusione praticati per un anno intero possono portare benefici salutari, migliorando il range di movimento (Behm & Chaouachi 2011). Al contrario uno studio recente di Corey et al. (2012), eseguito su ratti, ha dimostrato che anche gli allungamenti statici possono avere un effetto antinfiammatorio, se applicati lentamente sui tessuti connettivi precedentemente infiammati.

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